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Perché è importante sentirci con entrambe le orecchie (fin da piccoli)

L’ascolto «stereofonico» è alla base di un normale inserimento nel mondo esterno. All’ospedale di Padova, il nuovo ViSpA Lab consentirà di studiare meglio i deficit uditivi

Può suonare come la scoperta dell’acqua calda e invece è un elemento determinante dello sviluppo umano: l’ascolto con due orecchie (cioè binaurale), come la visione con due occhi, sono alla base di un normale nostro «inserimento» nel mondo esterno. L’udito binaurale permette di assegnare ai suoni una posizione nello spazio; all’udito binaurale si devono le facoltà di percepire la posizione di una sorgente acustica, la sua distanza, di stimare se è fissa o in movimento, la sua velocità di spostamento. Queste facoltà, definite come abilità di localizzazione uditiva, sono a loro volta determinanti per un’altra importante funzione, la capacità di analizzare la scena uditiva. Per gli animali, questa capacità può fare la differenza tra la vita e la morte. Pur se «ridotta» come capacità rispetto ad altri animali, anche nell’uomo l’ascolto binaurale è essenziale per la vita di tutti i giorni: avvertire da quale parte arriva un suono d’allarme come il clacson di un veicolo che si sta avvicinando, ad esempio. Nei bambini, in particolare, la perdita unilaterale dell’udito può causare problemi correlati a quelle che vengono definite come «abilità accademiche» (disegnare, leggere, scrivere). Per poter studiare meglio i deficit dell’udito e soprattutto fornire risposte più calibrate ai pazienti con deficit uditivi, portatori di protesi e di impianti cocleari, nella Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, diretta dal professor Alessandro Martini, è nato il ViSpA (Visual-Spatial-Auditory) Lab.

Suono in 3D e ambienti «virtuali»

Il ViSpA Lab è un laboratorio innovativo che , attraverso un sistema brevettato, permette di riprodurre il suono in maniera spazializzata sul piano orizzontale e verticale, quindi tridimensionale. È infatti possibile la riproduzione di una serie di ambienti acustici tipici della vita di tutti i giorni: scuola, ufficio, ristorante/pub, e living room. Attraverso un’interfaccia video, inoltre, si possono supportare l’esecuzione di alcuni test e anche proporre giochi o immagini che consentono una miglior interazione a chi deve sottoporsi a un esame, ad esempio ai bambini per i quali i test audiologici vanno proposti come giochi o a soggetti più anziani in cui la capacità di concentrazione può essere ridotta. Tramite la riproduzione grafica in 3D, inoltre, è possibile avere un feedback visivo in tempo reale della posizione delle fonti sonore che vengono inserite nell’ambiente, grazie a degli oggetti rappresentanti i diversi suoni. In sostanza, il ViSpA Lab consentirà di studiare le capacità di ascolto in contesti sempre più simili alla realtà di tutti i giorni.

Lo sviluppo «binaurale» nel bambino

Lo sviluppo delle abilità binaurali è stato recentemente oggetto di importanti scoperte. «Nel bambino abbiamo una modalità di informazione diversa da quella dell’adulto, dato che è più frequente, più dinamica e con target differenti — dice il professor Martini —. Rispetto al problema dell’ascolto nel rumore dell’adulto (cosiddetta “cocktail party syndrome”), quello del bambino è più importante in quanto lo “incidental learning” (apprendimento casuale, ndr) viene da direzioni differenti e questo è essenziale per lo sviluppo delle cosiddette ”binaural cues”: un accesso ritardato all’udito binaurale, può risultare nella “sindrome della preferenza uditiva”. Già negli anni ’80, il nostro gruppo si è interessato dei problemi connessi alla perdita unilaterale dell’udito nei bambini, soprattutto in correlazione a quelle che vengono definite come “abilità accademiche” . In quello studio furono analizzate tramite un questionario le difficoltà di ascolto di 150 soggetti che avevano sviluppato una sordità completa monolaterale; successivamente 30 di questi bambini/adolescenti furono sottoposti a test di localizzazione sonora e di riconoscimento del parlato nel rumore rispetto a 30 con udito normale, i risultati furono poi correlati con la storia scolastica e le eventuali difficoltà riscontrate. I dati dimostrarono che il gruppo con ipoacusia monolaterale presentava un importante gap rispetto al gruppo dei normoudenti».

La messa a punto di protesi e impianti cocleari

La Clinica Otorinolaringoiatrica di Padova è da anni un punto di riferimento , sia in Italia sia a livello internazionale, per quanto riguarda il trattamento della sordità: dalla diagnosi precoce, all’inquadramento e protesizzazione tempestiva dei pazienti con deficit uditivi fino agli interventi di impianto cocleare in pazienti con sordità profonda. L’equipe di Padova è stata anche recentemente riconosciuta nell’ambito del progetto europeo ERN (European Reference Network), come centro di riferimento per il trattamento dell’ipoacusia e delle patologie congenite rare dell’orecchio. «L’impatto dell’ipoacusia infantile è noto : difficoltà di comunicazione, impatto emotivo su pazienti e famiglie, incremento di spesa assistenziale per i pazienti non trattati. Con questo progetto —— spiega il professor Alessandro Martini— , Padova mette a disposizione tutta la sua esperienza, di centinaia di pazienti presi in carico ogni anno e circa mille impianti cocleari eseguiti dal 2010, per fare un ulteriore passo in avanti nella riabilitazione medica e sociale di questi pazienti» . Protesi e impianti cocleari sono dispositivi tecnologici sempre più avanzati, ma spesso i pazienti riferiscono difficoltà che non si è in grado di analizzare in un contesto ospedaliero. Rispondere alle esigenze del paziente diventa quindi spesso impossibile. «La nuova frontiera della ricerca, e della clinica, audiologica, non è più solo ripristinare la funzionalità uditiva, che già raggiunge ottimi livelli in ambienti silenziosi — conclude Martini —, ma di ampliare queste capacità ad ambienti sempre più difficili e rumorosi come classi scolastiche, palestre o edifici storici. Solo con la tecnologia oggi a disposizione dell’Università di Padova saremo in grado di valutare il reale beneficio per questi pazienti e avremo i mezzi per capire come migliorare ulteriormente le performance di questi device».

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